Il Fronte del Porto a Padova è più di una sala cinema: è un luogo di incontro, dibattito e crescita culturale.
Una sala della città, per la città.
Un luogo di dibattito, in cui la città possa rispecchiarsi e riconoscersi.
Una sala aperta e partecipata.
Uno spazio gestito, trasparente, coabitato, condiviso.
POrto
aperto
cinema condiviso
al fronte del porto
LUNEDI’ 8 APRILE, 21.00 – ZALAB – CONFINI D’EUROPA
Il secolo è mobile – la storia delle migrazioni in Europa vista dal futuro
Monologo multimediale, di e con Gabriele del Grande
VENERDI’ 12 APRILE, 21.00 – ZALAB – CONFINI D’EUROPA
Green border, di Agnieszka Holland (Polonia, 2023, 147′)
(Venezia 80) Il racconto plurale del confine fra Polonia e Bielorussia
DOM 14 APRILE, 18.00 – CENTRO PANDORA – IL CONFINE E LA GUERRA
Nezouh. Il buco nel cielo, di Soudade Kaadan (Siria, 2022, 100′)
Siria. Un buco nel tetto diventa uno spiraglio di libertà.
DOMENICA 14 APRILE, 21.00 – ZALAB – IL CONFINE DELLA NORMALITA’
How to save a dead friend, di Marusya Syroechkovskaya (Svezia, 2022, 103′)
Come un concerto punk sul bordo del vulcano alla fine del tempo. Autrice in sala.
VENERDI’ 19 APRILE , 18.00 – ZALAB – CONFINI D’EUROPA
Trieste è bella di notte, di Calore, Collizzolli, Segre (Italia, 2023, 75′)
Il confine sloveno è sulle colline. Se lo attraversi di notte le luci di Trieste brillano nel mare
VENERDI’ 19 APRILE , 20.30 – ZALAB – CONFINI D’EUROPA
Dove bisogna stare, di Gaglianone, Collizzolli (Italia, 2018, 98′)
Quattro donne resistono al presente e ne condividono il destino.
DOMENICA 21 APRILE, 18.00 – ZALAB – FATTO A PADOVA
Aretè, di Elia Zaramella (Italia, 2022, 22′) + corti internazionali da 99media
Anteprima – opera prima di un giovane regista padovano. Autore in sala.
DOMENICA 21 APRILE, 21.00 – ZALAB – IL CONFINE DELLA NORMALITA’
How to save a dead friend, di Marusya Syroechkovskaya (Svezia, 2022, 103′)
Come un concerto punk sul bordo del vulcano alla fine del tempo. Replica.
MERC 24 APRILE, 21.00 – BORAMOSA MIMOSA – C’E’ CONFINE FRA I GENERI?
Caer, di Nicola Mai (Gran Bretagna, 2023, 61′)
Doc sperimentale sulle lotte di alcune donne trans latinoamericane e sex worker a New York.
VENERDI’ 26 APRILE, 21.00 – ZALAB – VENTICINQUE APRILE
The neutral Ground, di CJ Hunt (USA, 2021, 83′)
Esiste un terreno neutrale nel discutere di statue, nomi delle strade, memorie coloniali?
DOMENICA 28 APRILE, 21.00 – SECONDO TEMPO – IL CONFINE E LA GUERRA
Soldato Peter, di Gianfilippo Pedote e Giliano Carli, Italia, 2023, 84′
Ispirato a un soldato ungherese realmente esistito. Si chiamava Peter Pan.
MERCOLEDI’ 1 MAGGIO, 21.00 – ZALAB SECONDO TEMPO- PRIMOMAGGIO
Art 4 + Morire di lavoro, di Daniele Segre (Italia, 2008, 88′)
Omaggio al lavoro ed a Daniele Segre
VENERDI’ 3 MAGGIO, 18.00 – ZALAB – CINEMA PARTECIPATIVO
ll tesoro perduto + La vita segreta dei giocattoli, autore collettivo (Italia, 2023, 88′)
My city might, di Giulia Tasca, (Italia, 2023, 30′)
Due brevi film nati da due laboratori di cinema partecipativo con l’infanzia
VENERDI’ 3 MAGGIO, 21.OO – LOTTODIOGNIMESE – I CONFINI DELLA NORMALITA’
Misericordia, di Emma Dante (Italia, 2023, 95′)
Una favola contemporanea sulla fragilità delle donne, la loro sconfinata solitudine.
SABATO 4 MAGGIO, 21.00 – SANGRE MALO – FATTO A PADOVA
Racconti padovani, autori vari (Italia, 2022, 95′)
Quattro cortometraggi, prodotti a Padova da Sangre MaloFilm. Autrici in sala.
DOMENICA 5 MAGGIO , 21.00 – ZALAB – IL CONFINE DELLA NORMALITA’
Kripton, di Francesco Munzi (Italia, 2023, 107′)
La cura è un gesto politico
MERCOLEDI’ 8 MAGGIO , 21.00 – PLURIART – CONFINI D’EUROPA
L’uomo che vendette la sua pelle, di Kaouther Ben Hania, (Tunisia, 2020, 90′)
Per avere un visto si può vendere la pelle.
VENERDI’ 10 MAGGIO, 21.00 – PLURIART – CONFINI D’EUROPA
Alla ricerca di Simurg, di Vincenzo Agosto e Cinzia Ferranti, (Italia, 2022, 90′).
in volo verso la rotta balcanica, assieme al coro “Voci dal mondo”. Autori in sala
SABATO 11 MAGGIO, 21.00 – PLURIART – IL CONFINE DELLA NORMALITA’
Le scarpe dimenticate, di Tomaso Aramini e Rafiqfuad Yarahmadi, ( Italia, 2021, 104′).
La storia di un uomo della campagna veronese. Autore in sala.
DOMENICA 12 MAGGIO, 18.00 – SECONDO TEMPO
Reznica, di D. Marinkovic (Serbia, 2022, 25′); Fino all’alba, di Lemmo ed Mercurio (Ita, 2024, 15′)
Reznica, la vita dopo la guerra. Due profughi delle guerre in Yugoslavia raccontano la ricerca di casa. Autori in sala.
DOMENICA 12 MAGGIO, 21.00 – ZALAB – FATTO A PADOVA
.My city might, di Giulia Tasca (Itala, 2024, 30′).
La Commissione Stranieri di Padova. Autrice in sala.
MERCOLEDI’ 15 MAGGIO, 21.00- BORAMOSA MIMOSA – C’E’ CONFINE FRA I GENERI?
Welcome to Chechnya, di Davide France, (Usa, 2020, 107′)
L’omotransfobia di Stato in Russia. Con una testimonianza.
VENERDI’ 17 MAGGIO, 18:00- BORAMOSA MIMOSA – C’E’ CONFINE FRA I GENERI?
Il canto della farfalla + RI-BELLE, di Valeria Fabris, (Italia, 2022, 22′ e 2024, 14′)
Una doppia proiezione per indagare la violenza di genere
VENERDI’ 17 MAGGIO, 21.00- ARCIGAY TRALALTRO- C’E’ CONFINE FRA I GENERI?
Alfredo’s Fire – The vatican Stonewall, di Andy Abraham Wilson, (Usa, 2013, 36′)
Per la giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia
SABATO 18 MAGGIO, 21.00- ACS/NAZRA- IL CONFINE E LA GUERRA
One more jump, di Manu Gerosa, (Italia, 2022, 83′).
Parkour a Gaza. Anteprima del Nazra Film Festival. Autore in sala
DOMENICA 19 MAGGIO, 18.00 – ZALAB – FATTO A PADOVA
Trib, di Marcello Milani, (Italia, 2024, 70′).
La scena skate padovana. Anteprima assoluta. Autore in sala
DOMENICA 19 MAGGIO, 21.00- WALKING ARTS- IL CONFINE E LA GUERRA
MSHAKHT, A Journey, di Valeria Fabris, (Italia, 2022, 61′).
Serata con Claudio Calia, concerto dei New Landscapes, Chiara Patronella. Autrice in sala
i primi film in programmazione
La storia delle migrazioni in Europa vista dal futuro. Un monologo multimediale di Gabriele del Grande. Info e prenotazioni qui
di Agnieszka Holland (Polonia, 2023, 147′; Venezia 80). Il racconto plurale del confine fra Polonia e Bielorussia.
Nezouh. Il buco nel cielo, di Soudade Kaadan (Siria, 2022, 100′) Siria. Un buco nel tetto diventa uno spiraglio di libertà.
di Marusya Syroechkovskaya (Svezia, 2022, 103′). Come un concerto punk sul bordo del vulcano alla fine del tempo. Autrice in sala.
di Calore, Collizzolli, Segre (Italia, 2023, 75′). Il confine sloveno è sulle colline. Se lo attraversi di notte le luci di Trieste brillano nel mare. Con il Forum per Cambiare l’Ordine delle Cose.
Di Gaglianone, Collizzolli (Italia, 2018, 98′) Quattro donne resistono al presente e ne condividono il destino. Con L’Orto di Marco
di Elia Zaramella (Italia, 2023, 22′)
L’artista plastica paraguaiana Areté ripercorre i suoi 82 anni di vita eclettica e riflette sul vero significato dell’essere, dell’arte e della morte, mentre si prepara all’ultimo ed eterno incontro con il suo vero amore.
la prima replica della rassegna: perche’ i film vivono di passaparola, e bisogna permettergli di farlouna storia d’amore in unmondo in rovina.
un omaggio al lavoro e all’eredità di Lorena Borjas, la madre della comunità trans latinoamericana nel Queens
Esiste un “terreno neutrale” nel discutere di statue, nomi delle strade, tracce di memorie coloniali e razziste non riconosciute?
Ispirato ad un soldato realmente esistito.Il suon ome era Peter Pan,
Due brevi film nati da due laboratori di cinema partecipativo a Palermo (Il tesoro perduto) e fra Padova, Roma, Lido di Venezia, Palermo e Pisa (la vita segreta dei giocattoli)
Una frontiera riconosciuta è il miglior vaccino possibile contro l’epidemia dei muri
(Regis Debray, “Elogio della frontiere”)
Siamo in tempo di guerra.
Di confini che qualcuno vuole spostare; ed allora gli Stati si organizzano per uccidere.
Di confini inamovibili che spesso sono violenza e disuguaglianza cristallizzate. Confini che diventano muri, e non riescono a rispondere in altro modo al diritto al viaggio che con la violenza e la chiusura.
A volte sogniamo un mondo senza confini.
Poi però l’immaginazione s’inceppa: un mondo senza confini già c’è, ed è il mondo delle merci, il paradiso promesso del libero mercato. E non un bel mondo, ma un mondo dove chi può, trova ovunque la stessa cosa, e chi non può non trova nulla da nessuna parte.
Noi stessi siamo costruiti su dei confini: una lingua, una cultura, dei paesaggi che amiamo e riconosciamo; delle linee immaginarie, che hanno un senso nei nostri racconti. Questi confini possono essere blocco e chiusura, ma sono anche sempre forme di narrazione, spesso conflittuale. E sono un luogo di costruzione del sé, al quale l’umanità non sembra poter rinunciare.
Forse, chiusura nei confini, e negazione dei confini sono due facce dello stesso errore.
La frontiera c’è, e va riconosciuta per poter essere attraversata.
Attorno a queste riflessioni aperte abbiamo costruito un programma libero di film ed incontri. E’ un programma plurale, a molte mani; diviso in sottosezioni che sono dei piccoli percorsi tematici, e con degli extra; pensato come uno spazio di confronto bidirezionale con i pubblici.