Il Fronte del Porto a Padova è più di una sala cinema: è un luogo di incontro, dibattito e crescita culturale.

Una sala della città, per la città.

Un luogo di dibattito, in cui la città possa rispecchiarsi e riconoscersi.

Una sala aperta e partecipata. 

Uno spazio gestito, trasparente, coabitato, condiviso.

cartellone

aprile

Caer, di Nicola Mai (Gran Bretagna, 2023, 61′)

Doc sperimentale sulle lotte di alcune donne trans latinoamericane e sex worker a New York.

Esiste un terreno neutrale nel discutere di statue, nomi delle strade, memorie coloniali?

Soldato Peter, di Gianfilippo Pedote e Giliano Carli, Italia, 2023, 84′

Ispirato a un soldato ungherese realmente esistito. Si chiamava Peter Pan.

maggio

My city might, di Giulia Tasca, (Italia, 2023, 30′)

Per avere un visto si può vendere la pelle.

Alla ricerca di Simurg, di Vincenzo Agosto e Cinzia Ferranti, (Italia, 2022, 90′).

in volo verso la rotta balcanica, assieme al coro “Voci dal mondo”. Autori in sala

Le scarpe dimenticate, di Tomaso Aramini e Rafiqfuad Yarahmadi, ( Italia, 2021, 104′).

La storia di un uomo della campagna veronese. Autore in sala.

Reznica, di D. Marinkovic (Serbia, 2022, 25′); Fino all’alba, di Lemmo ed Mercurio (Ita, 2024, 15′) Reznica, la vita dopo la guerra. Due profughi delle guerre in Yugoslavia raccontano la ricerca di casa. Autori in sala.

.My city might, di Giulia Tasca (Itala, 2024, 30′).

La Commissione Stranieri di Padova. Autrice in sala.

Welcome to Chechnya, di Davide France, (Usa, 2020, 107′)

L’omotransfobia di Stato in Russia. Con una testimonianza.

Il canto della farfalla + RI-BELLE, di Valeria Fabris, (Italia, 2022, 22′ e 2024, 14′)

Una doppia proiezione per indagare la violenza di genere

Alfredo’s Fire – The vatican Stonewall, di Andy Abraham Wilson, (Usa, 2013, 36′)

Per la giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia

One more jump, di Manu Gerosa, (Italia, 2022, 83′).

Parkour a Gaza. Anteprima del Nazra Film Festival. Autore in sala

Trib, di Marcello Milani, (Italia, 2024, 70′).

La scena skate padovana. Anteprima assoluta. Autore in sala

MSHAKHT, A Journey, di Valeria Fabris, (Italia, 2022, 61′).

Serata con Claudio Calia, concerto dei New Landscapes, Chiara Patronella. Autrice in sala

La rassegna Confini è il frutto di un lavoro condiviso di una Rete di dodici Associazioni padovane che vogliono animare la Sala Civica Fronte del Porto, e renderla punto di riferimento per un cinema che costruisce incontro, emozione, discussione e democrazia.
La rete è aperta.
Per contatti ed informazioni scrivi ad info@zalab.org

I film

i primi film in programmazione

Il secolo mobile
08/04 Il secolo è mobile

La storia delle migrazioni in Europa vista dal futuro. Un monologo multimediale di Gabriele del Grande. Info e prenotazioni qui

12/04 Green border

di Agnieszka Holland (Polonia, 2023, 147′; Venezia 80). Il racconto plurale del confine fra Polonia e Bielorussia.

14/04 Nezouh

Nezouh. Il buco nel cielo, di Soudade Kaadan (Siria, 2022, 100′) Siria. Un buco nel tetto diventa uno spiraglio di libertà.

How to save a dead friend
14/04 How save a dead friend

di Marusya Syroechkovskaya (Svezia, 2022, 103′). Come un concerto punk sul bordo del vulcano alla fine del tempo. Autrice in sala.

19/04 Trieste è bella di notte

di Calore, Collizzolli, Segre (Italia, 2023, 75′). Il confine sloveno è sulle colline. Se lo attraversi di notte le luci di Trieste brillano nel mare. Con il Forum per Cambiare l’Ordine delle Cose.

Dove bisogna stare

19/04 dove bisogna stare

Di Gaglianone, Collizzolli (Italia, 2018, 98′) Quattro donne resistono al presente e ne condividono il destino. Con L’Orto di Marco

21/04 Aretè

di Elia Zaramella (Italia, 2023, 22′)
L’artista plastica paraguaiana Areté ripercorre i suoi 82 anni di vita eclettica e riflette sul vero significato dell’essere, dell’arte e della morte, mentre si prepara all’ultimo ed eterno incontro con il suo vero amore.

21/04 How save a Dead friend

la prima replica della rassegna: perche’ i film vivono di passaparola, e bisogna permettergli di farlouna storia d’amore in unmondo in rovina.

24/04 Caer

un omaggio al lavoro e all’eredità di Lorena Borjas, la madre della comunità trans latinoamericana nel Queens

26/04 Neutral ground

Esiste un “terreno neutrale” nel discutere di statue, nomi delle strade, tracce di memorie coloniali e razziste non riconosciute?

soldato peter
28/04 Soldato Peter

Ispirato ad un soldato realmente esistito.Il suon ome era Peter Pan,

01/05 Morire di lavoro

omaggio a daniele segre.

03/05 il tesoro perduto

Due brevi film nati da due laboratori di cinema partecipativo a Palermo (Il tesoro perduto) e fra Padova, Roma, Lido di Venezia, Palermo e Pisa (la vita segreta dei giocattoli)

confini

Una frontiera riconosciuta è il miglior vaccino possibile contro l’epidemia dei muri

(Regis Debray, “Elogio della frontiere”)

Siamo in tempo di guerra. 

Di confini che qualcuno vuole spostare; ed allora gli Stati si organizzano per uccidere. 

Di confini inamovibili che spesso sono violenza e disuguaglianza cristallizzate. Confini che diventano muri, e non riescono a rispondere in altro modo al diritto al viaggio che con la violenza e la chiusura. 

A volte sogniamo un mondo senza confini. 

Poi però l’immaginazione s’inceppa: un mondo senza confini già c’è, ed è il mondo delle merci, il paradiso promesso del libero mercato. E non un bel mondo, ma un mondo dove chi può, trova ovunque la stessa cosa, e chi non può non trova nulla da nessuna parte. 

Noi stessi siamo costruiti su dei confini: una lingua, una cultura, dei paesaggi che amiamo e riconosciamo; delle linee immaginarie, che hanno un senso nei nostri racconti. Questi confini possono essere blocco e chiusura, ma sono anche sempre forme di narrazione, spesso conflittuale. E sono un luogo di costruzione del sé, al quale l’umanità non sembra poter rinunciare.

Forse, chiusura nei confini, e negazione dei confini sono due facce dello stesso errore. 

La frontiera c’è, e va riconosciuta per poter essere attraversata. 

Attorno a queste riflessioni aperte abbiamo costruito un programma libero di film ed incontri. E’ un programma plurale, a molte mani; diviso in sottosezioni che sono dei piccoli percorsi tematici, e con degli extra; pensato come uno spazio di confronto bidirezionale con i pubblici.